Rendere facile ciò che è difficile.
Caspita, allora è facile!
E’ semplicemente impegnativo.
Cambiare il modo di fare affari nel mondo non è difficile richiede un grande impegno.
Impegno che ti chiede di imparare velocemente, che per fa sì che le persone si fidino di Noi, dobbiamo essere i primi a fidarci di Noi stessi.
Negli ultimi mesi ho imparato che:
- il mio cambiamento passa attraverso decisioni importanti prese in pochi istanti
- per fare le scelte giuste, si deve uscire dalla nostra zona di comfort, senza paura di sbagliare, solo cosi cresce la nostra esperienza
- sono stati gli errori a farmi crescere e migliorare, i risultati mi hanno motivato e dato entusiasmo, quel carburante di cui ha bisogno anche la passione che abbiamo
- alle persone non si deve “vendere” il cambiamento, ma vanno aiutate a fare una scelta diversa con il nostro esempio
Dalle persone che incontro ogni giorno ho imparato che, non posso spingerle a cambiare, ma posso motivarle a scegliere aiutandole a non avere fretta.
Le persone giuste sono tutte quelle che hanno il desiderio di star bene.
I professionisti e gli imprenditori che incontro si dividono per :
- la mia attività non cresce come vorrei o è in crisi, cerco scorciatoie
- ho lavoro, ma la mia attività la svolgo in maniera “improvvisata”, non ho tempo di respirare, e ho paura che crescere significhi solo problemi
- lavoro tanto, guadagno, va tutto a gonfie vele, ma sono in crisi perché non ho la libertà di poter scegliere come gestire il mio tempo .
- ho una vision e una mission determinata dal mio perché sono entusiasta di quello che faccio, ho una vita spettacolare
Le prima categoria spesso entra in Bni alla ricerca del “miracolo” per raddrizzare la rotta della propria professione, ma la fretta condiziona l’esperienza e nel giro di pochi mesi sono già in crisi con buone probabilità di mollare, perché se non mi arrivano risultati sono con l’acqua alla gola.Non sono persone malvagie o disoneste, hanno semplicemente difficoltà che li distraggono dall’imparare come si fa, si trasformano in cacciatori di risultati. Si comportano come le scimmie in questo esperimento.
La seconda categoria, entra in Bni a volte sulla scia dell’entusiasmo di una persona di fiducia che lo coinvolge nel progetto sulle ali di un entusiasmo orfano della consapevolezza che le persone nei gruppi si inseriscono dopo aver fatto loro capire che i risultati sono il frutto di un impegno diviso su, frequenza, partecipazione, ospiti, che richiede la possibilità e volontà di gestire del tempo per la relazioni.Questa categoria finisce per partecipare alle attività con l’atteggiamento del “vorrei non posso, non ho tempo”, e nel tempo di divide tra gli “immobilisti” (persone che partecipano passivamente) e “denigratori” (richiede troppo tempo per i risultati che porta). Queste persone le definisco “pescatori”, persone che usano la rete per catturare il risultato.
La terza categoria entra in Bni, come entra in tante altre organizzazioni, professionali e non, come CdO, Rotary, Club 41, Confindustria, perché pensano che esserCi sia importante, ma finiscono presto nel non saper gestire le scelte e il tempo, e a farne le spese spesso e volentieri sacrificano l’esperienza Bni, l’unica ritenuta meno importante delle altre. Desiderano raccogliere i risultati velocemente io li definisco “agricoltori veloci”, persone che seminano culture che danno risultati in poco tempo come le verdure o il grano, ma che sono costrette a lavorare continuamente la terra. Sono persone che devono trovare nuova consapevolezza ma per farlo devono prima lasciare quella vecchia ovvero svuotarsi come un bicchiere, perché più sei e meno cambi, guarda il il video.
La quarta categoria è guidata dalla consapevolezza di conoscere e saper comunicare perché fa quello che fa, hanno la capacità di unire la praticità all’empatia che li aiuta a costruire relazioni forti e durevoli, mettono in pratica il metodo e sono consapevoli che Bni è un attività professionale e va svolta come tale. Hanno successo in Bni come nella loro attività, hanno capacità di saper gestire il proprio tempo, ritagliandone sempre una parte importante per le relazioni. Le relazioni, sono per loro la pianta secolare come l’ulivo che ogni anno da frutti, magari un inverno porta via un raccolto o rovina alcuni rami , ma la pianta resiste e nel tempo i risultati sono costanti, il quanto siano grandi i risultati dipende da come curo la pianta (relazioni).
COSA HANNO IN COMUNE?
La capacità che il marketing referenziale possa essere una opportunità di crescita professionale sostenibile.
IN CHE COSA SONO DIVERSI?
Nella consapevolezza, nel non essere capaci di scegliere opportunità di qualità, nel non riuscire a svuotare la nostra mente da pensieri inquinanti, nel non essere capaci di riempire la nostra mente con pensieri potenzianti.
Degno di essere visto e condiviso👏👏👏👏👏
Pubblicato da Curiosando si impara su domenica 28 gennaio 2018
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